DIGITAL DIVIDE: TROPPE AREE ALPINE SENZA BANDA LARGA

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Uncem lancia un questionario on line per descrivere la portata del problema, denunciato anche dai turisti. Da usare bene i fondi UE per l’infrastruttura (100 milioni di euro), disponibili su Fesr e Feasr e sul Piano nazionale.

La banda larga è ancora assente in troppe valli alpine, dove è impossibile navigare a velocità accettabili e garantire servizi digitali a cittadini, turisti e imprese. Anche dove è stata posata la fibra ottica, le centrali non sono state allacciate, il dispacciamento verso gli immobili non è stato realizzato e le zone montane continuano ad essere considerate dei gestori del servizio “aree a fallimento di mercato”. Molti sindaci hanno dovuto ricorrere a soluzioni alternative, come quelle offerte dal Wi Fi. Una situazione complessa che si somma alla mancanza di segnale tv digitale terrestre e all’assenza di impianti per telefoni cellulari. Impossibile parlare di 3G o 4G per connessioni ad alta velocità con lo smartphone.

L’allarme è stato lanciato da Uncem – Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, che annuncia la ripresa della campagna verso Governo e Regione, affinché si colmi una volta per tutte il divario digitale. La Delegazione piemontese ha inviato una lettera a tutti i 553 Comuni montani e ai vertici del Consiglio regionale, oltre che al Corecom e agli assessori regionali competenti. Anche perché, come si legge sul sito: In ballo vi sono 100 milioni di euro da investire in infrastrutture e servizi, individuati su due Programmi operativi regionali, Fesr e Feasr, nel quadro del Piano nazionale per la banda larga presentato dalla Presidenza del Consiglio un mese fa. “Cento milioni sono una bella cifra – afferma Lido Riba, presidente Uncem – che deve dare risultati. Non possiamo perdere neanche un euro. Portare connettività e servizi è un imperativo”.
Per fare il punto della situazione, inoltre Uncem ha lanciato un questionario, con l’obiettivo di ottenere un quadro, seppur parziale, della gravità del digital divide. Cinque le sezioni: tv digitale terrestre, telefoni cellulari e comunicazioni, banda larga e connettività, nuovi servizi telematici, oltre a uno spazio lasciato alle libere considerazioni dei diretti interessati.
Non si manca di ricordare alcuni esempi virtuosi, da copiare e replicare, come quello del Comune di Verrua Savoia che ha creato una rete a banda larga “di comunità”, gestita da “Senza Fili Senza Confini”, Associazione di Promozione Sociale registrata come Internet Service Provider presso il Ministero dello Sviluppo Economico, che rappresenta la naturale continuazione di un percorso di ricerca scientifica e sociale, attuato dai Laboratori iXem del Politecnico di Torino, in collaborazione con il Comune di Verrua Savoia, il Consorzio Top-Ix, il Ministero della Sviluppo Economico e un consistente numero di sperimentatori.